STORIA – Odessa, la “perla del Mar Nero”: una città cosmopolita che attirò mercanti, ispirò la storia ed i suoi artisti

“Allora io vivevo nella polverosa Odessa. Laggiù il cielo a lungo rimane luminoso, laggiù la fiera ricca delle merci innalza affaccendata i suoi stendardi, in tutto si sente il respiro, il soffio dell’Europa; laggiù tutto risplende alla luce del mezzogiorno e tutto è variopinto della varietà più vivace. Risuona per le vie allegre l’idioma dell’Italia dorata, là passano lo Slavo altero, il Francese, lo Spagnolo, l’Armeno, e il Greco e il tozzo Moldavo e il figlio della terra egiziana e il moro Ali, corsaro in congedo”.
Così ci racconta Alexander Puskin nel “Eugenio Onegin”. Sì, il soffio dell’Europa e l’idioma dell’Italia dorata, perché Odessa fu fondata nel 1794 da un militare di alto rango di Napoli, Josè de Ribas di padre catalano e madre irlandese, e lui, arrivando da Napoli quella luce del mezzogiorno, descritta da Puskin, la conosceva bene.
De Ribas fu sottotenente nel Reggimento Fanteria Sannita della Guardia Napoletana sino a vent’anni. Poi l’incontro fortunato con il conte Orlov di cui fu interprete e assistente e con il quale partì per la Russia. Una volta là, fu nuovamente fortunato e entrò al servizio del principe Potemkin, che poteva vantare ottimi rapporti con Caterina la Grande.
De Ribas si dimostrò un militare intelligente e molto attivo. Propose a Caterina la Grande di creare un porto commerciale in quella baia naturale sul mar Nero, porto che non correva il rischio di ghiacciarsi in inverno. Caterina accettò e De Ribas ne divenne amministratore capo, chiamando il porto “Odessos” ispirandosi all’antica colonia greca ed al viaggio di Ulisse. Iniziò la costruzione di case in pietra e questo fu l’inizio della futura Odessa.
Nell’Ottocento, per volere del conte di Richelieu (Armand Emmanuel de Vignerot du Plessis, duca di Richelieu) che fu governatore della Regione, la città si trasformò da villaggio a grande città ed era diventata l’approdo di mercanti stranieri, greci, armeni, polacchi, ebrei.
Gli italiani erano molto numerosi. Arrivarono armatori, commercianti, pasticceri del Regno delle due Sicilie, le insegne dei negozi ed i nomi delle strade erano in italiano e la lingua italiana era nell’uso delle comunicazioni tra uomini d’affari.
Odessa era una città cosmopolita e tollerante. La presenza degli Ebrei nel quartiere ebraico di Odessa la “Moldavanka”, quartiere dove sono ambientati i racconti di Isaac Babel “Racconti di Odessa”, è stata una presenza fondamentale per lo sviluppo della città. Successivamente, malgrado Odessa sia stata una città tollerante rispetto ad altre zone dell’impero zarista, gli Ebrei furono vittime dei pogrom e poi dell’occupazione nazista. Degli 80.000 Ebrei presenti ad Odessa prima della seconda guerra mondiale, le truppe sovietiche di liberazione il 10 aprile 1944, ne trovarono solo 700.
Molti di voi probabilmente ricorderanno quel racconto elegante e perfetto scritto da Edmund de Waal “Un’eredità di avorio e ambra”. Storia della famiglia ebrea Ephrussi di Odessa, che vivevano davvero come degli dei nella Zionstrasse della città e della loro collezione di netsuke, incredibilmente sopravvissuta all’attenzione dei nazisti che razziarono il palazzo viennese di loro proprietà.
L’architettura e la bellezza dei suoi edifici, Odessa la deve ad un italiano, l’architetto Francesco Boffo, nato ad Orosei nel 1790 e laureato a Torino. Viene impiegato da una nobile famiglia polacca, i Potocki e progetta il loro palazzo ad Odessa. Oggi questo palazzo è un Museo.
Boffo fu architetto comunale e membro del comitato edilizio ed ebbe un ruolo di primo piano nella attività edilizia di Odessa trasformando la città in un gioiello dell’architettura neo classica ed un museo a cielo aperto. Boffo passerà alla storia. Nella prima metà del secolo XIX una delle sue prime opere fu il teatro comunale, un teatro lirico in stile impero giudicato uno dei migliori teatri della allora Russia, da un punto di vista estetico e funzionale. Il teatro fu distrutto da un incendio nel 1873.
Boffo realizzò il progetto del lungomare di Odessa di cui purtroppo molti edifici furono distrutti durante la seconda guerra mondiale. Attualmente sul maestoso Primorsky Boulevard si affacciano edifici neo classici e si nota l’Hotel Londonskaya, uno stupendo palazzo Belle Epoque; proseguendo si costeggia la base della Scalinata Potemkin, progettata da Boffo in modo che dal basso si vedano solo i gradini e dall’alto solo le dieci terrazze.La famosa scalinata in pietra, realizzata tra il 1837 e il 1841 che scende fino al porto e resa famosa dal film di Ejzenstein “La Corazzata Potemkin”, è formata da 200 gradini ed è la facciata marina di Odessa. Fu un’opera molto apprezzata e Boffo per questo progetto ricevette un’importante onorificenza che gli attribuiva gli stessi diritti della nobiltà ereditaria russa.
Odessa è tutta un mondo classico sospesa sopra un porto. Nel suo Museo di arte antica, furono messi i reperti greci dissotterrati man mano che il villaggio diventava città e raddoppiava il suo numero di abitanti ogni dieci anni. Ad Odessa vivevano eruditi, collezionisti, scaricatori, marinai, pescatori, avventurieri e truffatori, artisti e scrittori.
E qui in riva al mar Nero, questa città, ironica, entusiasta e poliglotta ha accolto greci, ebrei, francesi, austriaci, tedeschi, italiani armeni, polacchi, culture ed usanze di tanti popoli del Mediterraneo destinati a creare lo spirito odessita cantato da Puskin e Isaac Babel.
“Ancora oggi i negozi ed i viali della città odorano di molti mari e di vite a noi sconosciute” (Isaac Babel)

P.S. Il centro storico di Odessa è candidato dal 2009 presso l’UNESCO alla possibilità di diventare Patrimonio dell’Umanità. Auguriamoci possa questa decisione essere presa in tempi rapidi.

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4 Commenti
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Barbara Lack
8 Maggio 2022 13:26

Ho imparato molte cose che non sapevo. Molto interessante!

Carlotta Staderini
Reply to  Barbara Lack
8 Maggio 2022 21:00

Grazie! Detto da te sono molto onorata.

Alessandra Pantanella
8 Maggio 2022 11:09

Storia ricca di fascino,una Città leggendaria, grazie Carlotta per averci instillato grande curiosità e il desiderio e l’augurio di poterla conoscere un giorno non troppo lontano.

Carlotta Staderini
Reply to  Alessandra Pantanella
8 Maggio 2022 21:03

Proprio cosi! Anche a me è venuta una gran voglia di visitare Odessa. Che dici intanto ci prenotiamo un b/b e poi se non sarà possibile andarci comunque avremo dato una piccola mano ai signori Ucraini ? Direi di fare così e anche noi avremo un piccolo sogno nel cassetto.