COSTUME – Ligofobia? Acluofobia? Avrei voluto…

La nostra infanzia è stata accompagnata da orridi racconti “LE FIABE”. Terribili storie di Perrault o dei fratelli Grimm che ci narravano di matrigne con tendenze omicide (Pollicino), di streghe vendicative (La Bella addormentata nel bosco), di bambini all’ingrasso per essere divorati (Hansel e Gretel).
Nonostante  queste brutte, orride storie, noi dovevamo essere bambini coraggiosi.
Coraggiosi nel non piangere sull’alcol che bruciava sulle nostre ferite, spingendoci a soffiarvi sopra come dei piccoli draghi per lenire il dolore (mentre ad altri bambini “viziati” veniva permessa l’acqua ossigenata).
Coraggiosi nell’affrontare i mostri della nostra mente, evocati dalle fiabe e dai racconti del giorno, che emergevano, prepotenti, al calare della luce.
Ognuno di noi aveva i suoi terrori personali: chi i mostri, chi le streghe, chi la guerra, chi i lampi e i tuoni.
Io dovevo saltare nel letto da un metro di distanza per non permettere al mostro, che viveva sotto il letto, di afferrarmi i piedi. E non era finita. Una volta in salvo (sopra il letto), la mia preghiera era: ”Gesù ti voglio tanto bene, ma non mi apparire altrimenti muoio di paura”. Dalle letture dalle suore durante l’ora di cucito, parevano assai pochi i bambini privati di apparizioni. A nulla servivano le parole di mia sorella:  ”Perché poi dovrebbe apparire a te che sei tanto cattiva?” Non mi tranquillizzavo. E se poi non fossi stata abbastanza cattiva?
Al minuto della buona notte chiedevamo, anzi, imploravamo, una lama di luce dal corridoio. Non ci veniva accordata. Tlac..e la porta si chiudeva inesorabile, e, puntuale, arrivava la paura. Ad ognuno la sua.
Inutile l’averci mandato durante il giorno in stanze  buie  per prendere oggetti inutili. L’allenamento non funzionava. La paura vinceva sempre.
Qualcuno per noi, allora, avrebbe dovuto alzare la mano in nostra difesa e dire ai nostri educatori: “Ehi voi, guardate che non sono capricci: sono ligofobici. Dovete essere voi ad aiutarli a vedere che nel buio non c’è nulla di terribile.” Avrebbe dovuto spiegare loro che questo disturbo, molto comune nei bambini fra i 3 e i 5 anni, crea angoscia che spesso accompagna la paura di mostri e  streghe. Ma, allora, di tutto questo proprio non si parlava.

Per cui

Avrei voluto nascere decenni più tardi. Con la psicologia infantile, che ora conosce e segue questo disturbo comune a tanti bambini, ci avrebbero accordato lo spiraglio di luce sufficiente a cacciare la paura.
Vorrei nascere adesso, non solo per provare il parapendio o lo scooter d’acqua, ma per andare a dormire come ora vanno a dormire i bambini.
Attrezzati di peluches e di un non precisato numero di ciucci con la lucetta notturna telecomandata, a forma di orso, di bambi, di unicorno e con possibilità di scelta di mille colori.
Stanotte azzurro, e la stanza non è una caverna buia ma si trasforma in una grotta celeste e serena.
Buona notte.
Anzi felice e serena notte.

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Marguerite de Merode
13 Ottobre 2022 20:00

Non ti hanno dato mai, Lalli, Struwwelpeter? Un terribile strumento di paure? Il peggio di tutto. Grazie per il tuo articolo che ci proietta nel passato pieno di minaccia. Io dovevo chiedere in continuazione perdono. Colpa troppa esuberanza. Perdono alla Maria che ad ogni misfatto facevo piangere. Temo di aver provocato fiumi di lacrime… che cattiverie si potevano fare a 6/8 anni? Ho letto con grande piacere questo tuo racconto. Le notti erano lunghe…