ARTE – IA anche nell’arte: Raffaello o non Raffaello?

Articolo di Marguerite de Merode

Non c’è niente da fare, l’intelligenza artificiale oramai ce la troviamo in ogni momento della nostra esistenza. Infatti anche nel mondo dell’arte comincia ad infiltrarsi in ogni campo.
Nel mondo contemporaneo, molti artisti ne fanno da tempo largo uso per realizzare le loro opere. Ma anche nell’arte del passato la ritroviamo nel modo più insolito.
Le grandi questioni intorno alle attribuzioni di opere ad artisti famosi hanno sempre suscitato l’interesse di tutti. Dai grandi studiosi ovviamente, dai proprietari delle opere stesse che vedrebbero un lavoro in loro possesso balzare alle prime linee nelle aste di Christie’s o Sotheby’s. O comunque anche un semplice interesse storico-artistico può in breve tempo accendere gli spiriti più appassionati quando si deve decidere se un’opera è attribuibile o no ad uno dei grandi maestri del passato piuttosto che alla sua scuola o ad un altro artista.
In questo caso mi soffermo su un’opera intorno alla quale sono già stati scritti fiumi d’inchiostro, il famoso Tondo di Brécy: una Madonna col Bambino considerata a lungo una copia vittoriana che sembrava essere stata attribuita recentemente al maestro del Rinascimento, Raffaello Sanzio.
La storia di questo dipinto si apre su una lunga scia di passione. Un grande collezionista inglese, George Lester Winward mette gli occhi anni fa sul dipinto di Brécy. Winward ne è convinto, l’opera che non è stata mai attribuita con precisione, è sicuramente del grande maestro urbinate. La acquista nel 1981, convinto di riconoscere i tratti del genio, contemporaneo di Michelangelo e Leonardo da Vinci. Riconosce le somiglianze con la Madonna Sistina, una famosissima opera del pittore conservata nella Gemäldegalerie di Dresda, in Germania. Ma nulla certifica che la sua attribuzione sia corretta. Le università britanniche di Nottingham e Bradford a cui era stato affidata la ricerca, utilizzando uno strumento di riconoscimento facciale e confrontando il dipinto con la Madonna Sistina di Raffaello ne danno l’attribuzione per certa. Ma le accese dispute non si placano. Ovviamente gli illustri studiosi dicono la loro ma, questa volta a schierarsi su fronti opposti sono anche le Intelligenze artificiali. Secondo un nuovo studio portato avanti da Carina Popovici, una scienziata e cofondatrice della società svizzera Art Recognition, il Tondo De Brecy non è di Raffaello.
Le università inglesi, avevano messo in evidenza tra i volti delle due Madonne una corrispondenza del 97%, mentre il confronto del bambino in entrambi i dipinti aveva prodotto una somiglianza dell’86%, utilizzando, come dicevo, il riconoscimento facciale. Diametralmente opposti i risultati dello studio di Popovici, che si è avvalso di un metodo simile al riconoscimento somatico, ed è arrivato a tutt’altra percentuale: all’85% il dipinto non è di Raffaello. Ma come, l’algoritmo non dovrebbe essere unico, inequivocabile, indubitabile? Che cos’è successo? Dov’è la differenza? L’Art Recognition lavora su un sistema di apprendimento automatico, o deep learning. Cioè il processo insegna alle macchine a riconoscere ed associare elementi, forme e colori per astrazione. Si ispira alla nostra corteccia visiva, esattamente come facciamo noi.
Con un recente studio fatto da loro su un’altra opera del maestro, su la cui attribuzione erano stati espressi forti dubbi, ne avevano determinato con certezza l’autenticità: la Madonna Flaget, per la quale è stata usata la stessa tecnologia ed hanno addestrato il sistema su un set di dati di alta qualità. Immagini di tutti i dipinti attualmente noti per essere stati creati da Raffaello e un set di contrasto di falsi, comparabili e contemporanei. Il sistema a questo punto ha identificato, nel caso della Madonna Flaget, chiaramente le varie caratteristiche della mano di Raffaello, come la pennellata dell’artista, le variazioni di colore e gli elementi compositivi. Non è avvenuto nel caso del Tondo di Brécy.
A questo punto a chi dare ragione? Forse al vecchio metodo tradizionale, cioè alle dispute tra esperti che andranno avanti sicuramente per anni? Io sarei più propensa alla conclusione di Carina Popovici che mi sembra abbia introdotto elementi più credibili che il semplice riconoscimento facciale. Anche perché la tecnologia ci permette di inserire talmente tanti elementi a cui l’occhio umano e la sensibilità dell’esperto non potrà mai attingere.

Subscribe
Notificami

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments