NOTE DI VIAGGIO – C’è del nuovo in Danimarca!

Articolo di Marinella d’Amico, Autore Ospite de La Lampadina
Quattro giorni molto intensi e allegri questi passati a Copenhagen. Sinceramente di più e meglio non avremmo potuto fare.
Dopo l’incontro con Gianni, la nostra guida italiana residente da anni in Danimarca, abbiamo girato la città vecchia alla scoperta dei palazzi più rilevanti, il municipio, il Palazzo Reale, la torre rotonda di mattoni rossi, l’università e abbiamo avuto un assaggio della città vecchia. Molti sono i richiami all’architettura della nostra ricchissima Italia e a volte il nostro orgoglio ci fa sembrare la storia artistica di questo paese, storicamente molto isolato al nord, un po’ chiusa su se stessa.
Dove invece esplode tutta la sua innegabile grandiosità è nelle costruzioni contemporanee come il Diamante Nero e il Teatro dell’Opera. Grandiosità in tutte le sue forme, estetica, funzionale e sociale.
Il Diamante Nero è un cubo nero che si riflette tra mare e cielo e non solo contiene una biblioteca modernissima e fruibile con facilità, ma un vero ponte tra passato e presente poiché integra nella sua struttura iper contemporanea, la vecchia biblioteca storica, con i suoi arredi liberty intatti. Luogo di socializzazione, rappresenta l’idea nordica di democrazia, dove lo studio, l’accoglienza, il passatempo di altissima qualità, non è negato a nessuno degli abitanti della città.
L’altro gioiello che abbiamo visitato è il Teatro dell’Opera donato allo stato danese dai coniugi Moller nel 2000. Opera dell’architetto Larsen sui canali più commerciali, si affaccia in un significativo vis à vis con la cupola più grande della Scandinavia (evidentemente ispirata a S.Pietro) come un simbolico dialogo tra presente e passato, tra mondo laico e religioso, tra pubblico e privato.
Infatti questo colpisce della Danimarca, questa capacità di integrare le sue varie anime, dove il capitalismo più trionfante riesce ad esprimere un volto sociale, dove il passato non viene sovrastato dal presente ma lo integra, dove il funzionale riesce ad essere bello.
Il Teatro dell’Opera ci accoglie all’ingresso con gli straordinari lampadari di Eliafur Eliasson, e poi rivela una efficientissima macchina acustica, con i suoi 14 piani e i suoi 5 palchi mobili, che si alzano e si spostano per permettere di cambiare le scenografie in pochi minuti. Bellezza e funzionalità!
Tra una visita e l’altra, alcuni di noi sono riusciti a saltare sull’efficientissima metropolitana per andare a vedere le costruzioni modernissime dei nuovi quartieri residenziali alla periferia della città. Anche lì costruzioni avveniristiche e funzionali che offrono uno stile di vita frugale, ma di grande confort.
Siamo stati anche colpiti dalla visione imponente e triangolare del termovalorizzatore che assorbe la spazzatura della città trasformandola in energia e sul quale si può addirittura sciare grazie ad uno skilift.
Altro bellissimo incontro è stato con la chiesa dedicata a Nicolai Grundtvig, pastore, filosofo, teologo, pedagogo, poeta e vescovo, che ha introdotto nella chiesa luterana danese, una nota più morbida e sociale. La chiesa è uno straordinario esempio di fusione dell’architettura danese, caratterizzato dall’uso di mattoni chiari e di linee molto pulite ma non fredde.
Il quartiere nato intorno con scopi sociali ne accompagna la struttura.
E poi Louisiana a Humlebaek. Nata dall’iniziativa di un altro magnate danese, Knud Jensen, non è solo un museo, ma un luogo in cui si può vivere paesaggio, opere ed architettura.
La collezione permanente di 3500 opere sparse in vari spazi espositivi e nel giardino convive con mostre più contemporanee e ardite. Abbiamo potuto vedere la prima mostra al mondo dedicato alle Pussy Riot (che può anche non piacere ma scuote comunque le anime) e una bellissima mostra africana che ruota intorno ad un progetto di riqualificazione urbana di un percorso dei Masai a Nairobi.
Abbiamo passeggiato nel parco con alberi secolari, dove le sculture di Moore, Giacometti, Mirò e molti altri più o meno conosciuti sembravano planati su magici prati affacciati sul mare e di fronte, a poche miglia, la Svezia.
L’ultimo giorno l’abbiamo dedicato alla visita del castello di Kronborg, il “castello di Amleto”, sulla punta della Sealandia sullo stretto di Oresund, anch’esso ad un passo dalla costa svedese, talmente vicina da sembrare possibile di raggiungerla a nuoto.
Abbiamo concluso il nostro bel viaggio a Dragør, piccolo villaggio di pescatori, luogo magico che conserva intatto il sapore del tempo che fu, affacciato sul ponte di Øresund che unisce Copenhagen a Malmö, spettacolare struttura nata da una complessa operazione politico-economica-architettonica danese e svedese, realizzata in soli sette anni. La nostra guida Gianni si è rammaricato del fatto che ci sia voluto tanto tempo a causa della difficoltà a far combaciare legislazioni diverse di paese diversi!
Questo bellissimo ponte si snoda imponente per poi gettarsi nel mare e proseguire sommerso e sembra ricordarci che legare il passato al futuro potrebbe anche essere possibile.

P.S.

Alcune note di colore del gruppo. Divertente la scoperta, finalmente, della Sirenetta da parte di Daniela tra 5000 turisti affamati di immagini o lo smarrimento di Carlo, per la perdita del suo fidato seggiolino dimenticato in taxi, senza ha proseguito molto meglio!
E infine Francesca che presa dall’entusiasmo della Opera House progetta grandi cambiamenti per un più grande Teatro Olimpico… e tanti altri …troppo lungo per raccontarli tutti!
CV

Guarda le foto di Marinella

Subscribe
Notificami

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments