Un tondo marmoreo bicolore bianco e verde, posto al centro della loggia. Questa pietra segnava il punto dove venivano puniti i debitori insolventi nella città di (ditelo voi…), in epoca rinascimentale.
La punizione consisteva nell’incatenare i condannati e una volta calate le braghe ne venivano battute le natiche ripetutamente sulla detta pietra. Il Bigazzi così racconta questa curiosa storia:
“Nel mezzo delle Logge sul pavimento è un tondo di marmo con liste di bardiglio a guisa di ruota, in memoria del Carroccio tenutovi ai tempi della Repubblica; e dimesso l’uso del carroccio, fu quella pietra convertita ad altro uso, cioè su di essa tacevasi a vista del pubblico battere tre volte le natiche ai mercanti falliti, come lo dimostravano le parole dello statuto:
Ostendendo putenda, et percutiendo lapidem culo nudo.
Ciò perché in una città mercantile come (capito qual’è?) si avesse in orrore il fallimento.
CV