ATTUALITA’: Invito a cena con cavallette

Che faccia faremmo oggi se ad un invito a cena il nostro ospite ci presentasse un piatto di “spiedini di cavallette”?

Credo che con tutta la buona educazione che ci è stata inculcata nella più tenera età, secondo la quale si deve mangiare tutto quello che ci viene messo nel piatto, non potremmo evitare una smorfia di disgusto e la affannosa ricerca di una qualche plausibile scusa che ci permetta di rifiutare senza offendere il nostro ospite.

Eppure è possibile che, magari tra una – o qualche – decina di anni una cosa del genere possa accadere.

Infatti si vanno sempre più diffondendo studi che dimostrano come il futuro della nutrizione della umanità stia proprio nella diffusione della “entomofagia” (regime dietetico che vede gli insetti come alimento).
A noi occidentali piace mangiare soprattutto la carne bovina. Non teniamo però in nessun conto il fatto che per produrre un kg di carne bovina commestibile, l’animale deve nutrirsi con 20 kg di cibo vegetale e sono necessari 15.000 litri di acqua!
Come potrebbe il nostro pianeta sopravvivere se tutti i 9-12 miliardi di esseri umani (livello al quale la popolazione umana dovrebbe stabilizzarsi) avessero le stesse abitudini alimentari ad esempio di un americano medio!

Altre popolazioni meno fortunate di noi dal punto di vista della disponibilità di risorse, inconsapevolmente certo ma con quella sapienza innata nell’uomo, hanno scoperto che gli insetti sono in grado di apportare agli esseri umani le energie necessarie all’esistenza in modo molto meno dispendioso e da tempo ne fanno uso nella dieta quotidiana.

Secondo dati della Fao sono oggi circa un miliardo le persone che si cibano di insetti – quindi poco meno del 15% della popolazione mondiale. Le specie “commestibili” – o, meglio, quelle attualmente consumate perché non sono stati fatti studi approfonditi sulle specie che hanno le caratteristiche “ottimali” – sono circa duemila, la maggior parte coleotteri (scarabei) seguiti da lepidotteri (bruchi), imenotteri (api, vespe, formiche) e ortotteri (cavallette e grilli). Le zone nelle quali il consumo di carne di insetto è maggiore sono l’America centrale e meridionale, l’Africa, e l’Asia.

Personalmente ricordo di avere visto a Bangkok agli angoli delle strade dei banchetti, come quelli nei quali nella mia infanzia si vendevano i lupini e le fusaglie, che offrivano cartoccetti di insetti fritti. Sulla sollecitazione di un mio conoscente del luogo che affermava che il sapore non era diverso da quello dei crostacei marini sono stato tentato di provarli. Ma alla fine ho rinunciato. Troppo forte la sensazione di disgusto.

Sappiamo bene che le abitudini alimentari derivano dalla “cultura” e variano radicalmente da un posto all’altro: per gli asiatici il cane è un cibo prelibato, a noi occidentali fa orrore solo il pensarlo come alimento, la carne di cavallo era il ricostituente naturale che le mamme italiane premurose somministravano ai loro figlioletti anemici, per i britannici mangiare cavallo è una bestemmia, da noi mangiare coniglio è una delicatezza per uno statunitense è un delitto e di esempi se ne possono fare tanti.

Ma da qualche tempo è iniziata una nuova era, quella della globalizzazione. Le abitudini di un luogo si propagano velocemente: la “pizza” era un piatto esclusivamente italiano ora è universale, il “sushi” lo si poteva mangiare solo in Giappone ora lo si trova dappertutto, l’hamburger e l’hot dog erano caratteristici degli Stati Uniti ora sono su tutte le tavole e così via.
Prima o poi il consumo di carne di insetto diventerà comune anche da noi.
Già si possono trovare su internet delle ricette per cucinare le cavallette, grandi chef – sempre alla ricerca di novità – usano insetti come ingredienti, industrie alimentari hanno iniziato a produrre “farina di insetti” da miscelare ad altre farine per conferire loro un contenuto proteico.

Non ci vorrà molto ma assisteremo a dibattiti tra specialisti sulle proprietà nutritive degli insetti con dotte discussioni se sono più appetitosi gli scarabei o i bruchi, qualche “star” farà sapere che da anni insieme al cappuccino e al cornetto fa la prima colazione con delle formiche arrosto, gli “ecologisti” evidenzieranno i pregi per l’eco-sistema di un’alimentazione basata sul consumo degli insetti, Bonolis farà una trasmissione nella quale si confronteranno vegani e entomofagi (1) e noi?
Noi, invitati a cena, tesseremo l’elogio della padrona di casa che ci ha saputo preparare un piatto di bruchi presentati in un modo così attraente da far venire l’acquolina in bocca!

Note
(1) Se non credete che le cose andranno più o meno così leggete l’articolo “la finestra di Overton” nel numero di Novembre 2015

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Alberto Busato
2 Maggio 2017 18:39

E’ molto semplice quello che direi all’ospite che mi offrisse un “ventaglio” di spiedini di cavallette: “La cavalletta te la mangi tu! Ma siccome mi hai invitato a cena – e questo lo apprezzo – mi dai euri cinquanta e vado a festeggiare il tuo invito al Ristorante”.
Alberto