CULTURA – Murano e la guerra con Parigi: il primo caso di spionaggio industriale in Europa

Ho illustrato nell’articolo precedente quant’è stato importante lo specchio in quanto oggetto per definire l’identità dell’uomo nel corso della storia. Gli era stato attribuito un alone di mistero rendendolo particolare in ogni aspetto del nostro quotidiano.
Nella storia se ne trovano esempi in ogni civiltà, ma con il passare dei secoli la tecnologia ha permesso di sviluppare sempre di più la sua perfezione. Le tecniche di produzione si sono evolute fino a raggiungere livelli altissimi di raffinatezza.
Fin dai tempi antichi, in Turchia, si trovano i primi esempi di specchi usati nei riti sacri. In Egitto nel primo secolo a.C. si scoprono le tracce più antiche della produzione di piccoli specchi in vetro. Nel Medioevo vengono per la prima volta prodotti con l’uso del vetro appoggiato su una lastra di piombo lucidata ma con procedimenti complicati ed imprecisi.
È a Murano che l’arte dello specchio si sviluppa e cresce come in nessun’altro posto al mondo e nel 1369 l’isola, già interessata da una raffinata produzione di vetro, si specializza nella produzione di specchi di altissima qualità facendolo diventare un oggetto di gran lusso, prodotto con procedimento complicato e oneroso.
Nel 1271 le autorità veneziane redissero lo statuto della Confraternita dei vetrai, nel quale si proibì l’importazione di vetri dall’estero, negando ai vetrai stranieri la possibilità di lavorare a Venezia. Lo specchio diviene indispensabile nel vestiario delle dame, indossato come un gioiello oppure inserito nella cintura e impreziosito con dettagli in tartaruga, avorio o pietre preziose.
Nel XV secolo viene messo a punto un tipo di vetro limpidissimo (il cristallo), che sarà uno dei segreti degli specchi veneziani. Ma è grazie all’inventiva di Vincenzo Redor, nel 1540, che, perfezionando e brevettando la tecnica di lucidatura e spianatura delle lastre di cristallo, si riescono ad ottenere specchi dalle superfici perfettamente piatte e regolari con un effetto finale chiarissimo. Sulle superfici di cristallo venivano pressate lastre di stagno con un bagno di mercurio. A questo punto lo specchio veneziano sarà famoso in tutto il mondo diventando molto apprezzato e richiesto.
Nel 1569 gli specchieri veneziani si riuniscono in corporazioni, sviluppando nuove tecniche sempre più raffinate. Il Consiglio dei Dieci, l’organo politico che sorvegliava la sicurezza dello Stato, si assicura che il segreto dei mastri vetrai e degli specchieri sia protetto e stabilisce il controllo totale sulla tecnica di produzione per evitare che qualche concorrente straniero la sottraesse alla Serenissima. È lì che il problema si fa serio. Visti i forti interessi economici in gioco intorno a questa produzione, di cui Venezia deteneva il predomino artigianale, il governo di Luigi XIV invia delle spie a Venezia per reclutare specialisti di quest’arte vetraria tanto ambita, creando uno dei primi casi di spionaggio industriale in Europa. Effettivamente si spendevano importanti somme per acquistare gli specchi a beneficio di una città che aveva praticamente ottenuto il monopolio europeo della fabbricazione di questi oggetti. Luigi XIV spendeva cifre notevoli per acquistare prodotti veneziani. Il suo Ministro dell’economia, Jean-Baptiste Colbert, ben determinato a contenere le spese del Re, decide di creare una propria industria in Francia per soddisfare una tale richiesta. Si apre una guerra senza quartiere. La Francia manda spie, certi vetrai veneziani tradiscono la corporazione attratti dalle offerte di denaro. Venezia richiama i vetrai con offerte lusinghiere facendo rientrare i maestri e gli operai a Venezia a qualsiasi costo, minacciando loro, le loro famiglie rimaste a Venezia o gli interessi personali dei Muranesi. Colbert reagisce e invia segretamente a Venezia una nave che riesce a portare a Parigi le mogli e i figli degli operai e dei maestri fuggiti, liberandoli così dalla coazione del Consiglio dei Dieci e degli Inquisitori di Stato. Ma i veneziani a questo punto non fanno regali e l’ambasciatore, per ostacolare lo sviluppo del nuovo opificio in Francia, dà ordine di fare avvelenare due vetrai della Serenissima trasferitisi con le proprie conoscenze tecnologiche nella capitale francese. Infatti informa in Patria: «L’operaio si trova ora all’altro mondo, non so se morì per cause naturali o artificiali». Quello che è sicuro è che dopo la misteriosa morte di un altro vetraio, tornarono tutti indietro chiedendo perdono al Consiglio dei Dieci. Dallo scontro Colbert esce sconfitto ma non si arrende e dopo cinque anni proibisce l’importazione da Murano tant’è che Venezia perde l’importante commissione della famosa galleria degli Specchi nel palazzo di Versailles. I francesi erano comunque riusciti nel frattempo a carpire il segreto della fabbricazione dei preziosi specchi, grazie ad un certo Gerolamo Barbin fuggito insieme a un gruppo di maestri vetrai. Nell’ottobre del 1665 viene creata a Parigi la Manufacture royale des Glaces destinata a diventare la Manufacture de Saint Gobain.
La tormentata “Guerra degli Specchi” era finita. Nei secoli a venire, la dimensione degli specchi cresce, le tecniche si evolvono non più sotto l’esclusiva veneziana. Murano, comunque, ricca della sua tradizione e della creatività delle sue maestranze, è l’unica ad essere stata in grado di seguire gli sviluppi dei tempi con qualità unica, dedicandosi sia ad un artigianato sofisticato sia alla sperimentazione. Il vetro di Murano resta un prodotto unico, e inimitabile.

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4 Commenti
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Alessandra Pantanella
4 Aprile 2022 11:16

Una storia affascinante, grazie Mrguerite per le tue attente ricerche. Ci fai scoprire fatti sconosciuti!

Reply to  Alessandra Pantanella
13 Aprile 2022 9:52

Grazie a te! Comunque mi aveva parecchio intrigato e è stato interessante indagare un pò di più!

Marina Premoli
2 Aprile 2022 11:52

Da molto amante e e frequentatrice di Venezia, ho trovato l’articolo molto interessante, dotto e scritto in maniera brillante. Grazie

Reply to  Marina Premoli
2 Aprile 2022 16:17

Grazie, Marina! Venendo da te, il complimento è molto gradito. Sono felice ti abbia interessato!