ABBIAMO OSPITI/ATTUALITÀ – La remunerazione dei brevetti disponibili a tutti

Articolo di Roberto Paolo Imperiali, Autore Ospite de La Lampadina

Roberto Paolo Imperiali, Autore Ospite de La Lampadina ci riporta le sue considerazioni  in merito al mondo dei  brevetti. Argomento molto attuale in special modo per quanto riguarda vaccini Covid e la necessità della loro disponibilità in ogni parte del nostro mondo.
Wikipedia ci dice:
Il brevetto, in diritto, è un titolo giuridico in forza del quale al titolare viene conferito un diritto esclusivo di sfruttamento dell’invenzione, in un territorio e per un periodo ben determinato, e che consente di impedire ad altri di produrre, vendere o utilizzare l’invenzione senza autorizzazione.

Paolo Roberto scrive:
L’attuale legislazione brevettale oggi consente al detentore del brevetto il diritto esclusivo della sua utilizzazione e, tramite la protezione legale di questa esclusiva la Società premia e remunera l’invenzione ritenendo che questa sia utile al suo progresso.
Tuttavia così facendo questo obiettivo viene raggiunto soltanto in parte poiché la diffusione dell’invenzione è subordinata alle politiche commerciali del detentore del brevetto che potrebbe anche non utilizzarlo e non farlo utilizzare. Nel qual caso si può anche configurare il reato di aggiotaggio.
L’ipotesi che invece avanziamo è quella di consentire a tutti lo sfruttamento del brevetto a condizione che ogni utilizzatore paghi al detentore una royalty (come avviene per i brani musicali): in tal caso l’invenzione verrebbe comunque remunerata e forse anche in misura maggiore, dato il suo maggiore utilizzo e una sua più ampia diffusione, e maggiore sarebbe il contributo al progresso della Società.
Oltre a ciò, poiché tutte le industrie che ne fossero interessate potrebbero sfruttare il brevetto pagando una royalty, si creerebbe una concorrenza tra di loro che abbasserebbe il prezzo del prodotto a beneficio dei consumatori.
Inoltre, se tutte le aziende potessero accedere allo sfruttamento dei brevetti, si aiuterebbero quelle che non potendo investire nella ricerca, tendono a essere escluse dal mercato.
Dando a queste aziende la possibilità di produrre beni brevettati da altri, oltre al vantaggio che loro ne trarrebbero e al vantaggio che ne trarrebbero i consumatori, si aumenterebbe anche l’occupazione oggi falcidiata dal fatto che molte aziende non riescono più a stare al passo con la ricerca sempre più costosa.
Si deve anche tenere conto che, da un punto di vista più generale, l’accesso al mercato di più aziende concorrenti sarebbe un freno alla concentrazione monopolistica dei grandi gruppi industriali: altro beneficio che la Società non dovrebbe sottovalutare e forse questo è l’ostacolo maggiore.

Giusto quanto dice Paolo Roberto ragionandoci un poco, l’idea è  realizzabile con grandi difficoltà a meno che non si parli di cedere il brevetto a poche aziende ben selezionate e con tutte le caratteristiche necessarie. Cosa però già in atto. Altrimenti se fatto su larga scala e magari a pioggia, sarebbero necessari controlli molto attenti perché le royalties vengano poi corrisposte, un processo che creerebbe anche una maggiore confusione e poco interesse per i grandi gruppi. Certo l’argomento è interessante e andrebbe approfondito.

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Marina Binda
3 Agosto 2022 12:20

Ma l’incompatibilità non era già stata eliminata con i cd. decreti Bersani nel 2006? O ricordo male?