ABBIAMO OSPITI – STORIA: c’è un luogo a Venezia…

Articolo di Elisabetta Barich – Autore Ospite de La Lampadina

… il luogo del cuore, per me, meta ricorrente del mio girovagare da sempre in questa città che adoro, luogo che mi parla della mia famiglia e della mia gente, condannata all’esilio dalla ferocia del “secolo breve” ma che in questo luogo conserva intatto il legame secolare con la Serenissima: questo luogo è la Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone.

Le Scuole si diffusero nella città lagunare per iniziativa di tanti cittadini che, raggruppati in categorie, sentirono l’esigenza di avere delle sedi dove potersi riunire. La Scuola dedicata ai Santi Giorgio e Trifone venne fondata nel 1451 dai membri della comunità dalmata presenti a Venezia: la capitale della Dalmazia, Zara, era tradizionalmente legata da importanti relazioni alla più potente città dell’Adriatico ed era quindi naturale che qui arrivassero mercanti, artigiani o marinai originari di quelle terre.
Ancora oggi, la Scuola intitolata ai due patroni della Dalmazia svolge un ruolo fondamentale per un popolo disperso dopo i tragici avvenimenti che hanno portato all’annessione alla Jugoslavia della costa adriatica orientale: questa regione, contesa nei secoli dalle varie potenze che in quell’area hanno via via esercitato la propria egemonia, fu definitivamente ceduta dall’Italia con il Trattato di Pace del 1947, sigillo definitivo del secondo conflitto mondiale.

Chi da sempre aveva popolato quei luoghi fu costretto a fuggire sia dall’odioso regime del Maresciallo Tito che da un paese ormai ostile e inospitale per noi italiani.
Ciò che avvenne anche per la mia famiglia paterna, che come tante altre scelse di riparare nella Penisola –fuori luogo qualsiasi paragone con i migranti di oggi–. Le notizie che venivano lasciate filtrare da chi all’epoca gestì l’accoglienza degli esuli erano poche e imprecise: tutti gli italiani patirono le conseguenze di una guerra persa, ma alcuni  pagarono per tutti un prezzo altissimo, a risarcimento del quale solo negli ultimi anni è giunto il tardivo riconoscimento rappresentato dall’istituzione del Giorno del Ricordo.
Tornando alla nostra Scuola, si capisce come questa istituzione abbia avuto un valore grande, come punto di riferimento per chi i riferimenti li aveva smarriti. Inaspettato angolo di Dalmazia nascosto tra le calli veneziane, la confraternita custodisce ancora lo straordinario ciclo pittorico del Carpaccio con le Storie dei Santi Giorgio, Trifone e Girolamo, l’unico di questo autore che ancora si conservi nella sede originaria: infatti, quella Dalmata, nata come Scuola Nazione e appartenente al gruppo delle cosiddette Scuole Piccole, e la Scuola Grande di San Rocco, furono le sole che, all’indomani del Trattato di Campoformido del 1797, si sottrassero alla depredazione del patrimonio artistico che seguì la soppressione degli ordini voluta da Napoleone.
In quasi sei secoli la nostra Scuola non ha mai cessato di svolgere il suo importante ruolo e oggi ancora di più per gli esuli Dalmati e i loro figli questo è il luogo  dove sentirsi a casa.

Per saperne di più…

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Miett Grigillo
6 Dicembre 2017 8:09

Brava Sisa, spero che ognuno di noi possa far leggere questo articolo ad almeno un amico. La Scuola è bellissima e poco conosciuta come la nostra storia. Grazie miett

Laura Lungo
5 Dicembre 2017 17:30

Bellissimo pezzo, pieno di sentimento e cultura, a testimonianza di una storia importante, troppo a lungo ignorata. Brava Elisabetta!

Mara Zanella
5 Dicembre 2017 11:42

Grazie e brava Elisabetta, da amica, da consorella della Scuola Dalmata e da figlia di papà esule da Zara. Mara

Manù Selvatico Estense
5 Dicembre 2017 0:39

Bellissimo ed interessantissimo l’articolo di Elisabetta, in particolare per me che sono figlia di una Triestino-Fiumana e quindi attaccata col cuore a tutto quello che riguarda la storia degli esuli Dalmati. Grazie di ricordarlo e di specificare certe “sfumature”!